Il soggiorno a  Margherita di Savoia “Terme” è sicuramente un'ottima occasione per visitare le Saline, le più grandi e spettacolari saline marittime oggi esistenti ed operanti in Europa,  al primo posto sia per estensione che per produzione.

Il panorama è sterminato: quattromila ettari di Zona umida che si estendono parallelamente alla costa per circa 20 km, di cui l’85% costituisce una Riserva naturale protetta di valore internazionale, che presenta a chi arriva a Margherita uno spettacolo insolito e  stupendo: montagne di sale di un bianco abbagliante, bacini di acque iridescenti e luminose sotto i raggi del sole; l'aria, ricca di iodio, è altamente tonificante.

Storicamente la salina non ha una precisa data di nascita, ma si suppone che già intorno al 200 A.C. fosse un insediamento produttivo colonizzato dagli Illiri, popolo proveniente dalla Dalmazia, i quali, dopo essere approdati su queste terre lagunari presero a sfruttare l’antico lago Salpi, reso salmastro dalle frequenti mareggiate invernali e dal terreno argilloso che consentiva il ristagno delle acque salse; il mare, inesauribile materia prima, e l’abbondante evaporazione favorita dai frequenti venti caldi, insieme ad una scarsa piovosità stagionale, consentivano in modo del tutto naturale la formazione di un discreto deposito di sale.

Questo processo di cristallizzazione è rimasto pressoché identico anche a distanza di millenni e l’opera dell’uomo, sviluppatasi nei secoli successivi, è valsa a moltiplicare e migliorare sia la produzione che i sistemi di raccolta del sale, sino ad arrivare alla conformazione attuale.

Oggi le Saline di Margherita di Savoia sono un raro esempio di integrazione tra habitat naturale e attività umana: l’ambiente è ovviamente condizionato dalla produzione del sale, poiché l’acqua  del mare viene immessa artificialmente da un’idrovora collocata nella zona a nord (foce Aloisa); grazie a pendenze e profondità differenti, l’acqua scende lentamente verso sud, evaporando e depurandosi, fino ad arrivare ai grandi riquadri salanti (tracciati nel settecento da Luigi Vanvitelli) dove si trasforma, nelle calde giornate estive, in una distesa abbacinante di sale purissimo, poi raccolto e accumulato in bianche montagne, molto suggestive, che fanno da sfondo naturale alla cittadina,  sviluppatasi nel  luogo dove fino a metà dell’800 sorgevano le capanne in paglia  (pagliai) dei salinari, operai impiegati nella dura attività di estrazione del sale e ridotti in condizioni misere dalle continue mareggiate e dall’insalubrità della zona umida.

Le bonifiche si sono succedute negli anni, fino a rendere la piccola città Istmo un moderno centro balneare e termale, assai popolare, molto frequentato nelle lunghe stagioni estive.

 
 
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